Versione breve: si.

Versione lunga: si, qui i 10 momenti in cui lo ha fatto

La chitarra mi è stata sempre vicina, lo è dal 1993. Voglio condensarli, perchè questo è un blog, un diario. E se dovessi perdere la memoria, vorrei che qualcuno ne parlasse.

Giugno 1993. Mio padre spinge un tasto sulla tastiera. E quel mi mezzo scordato diventa fa. Poi sale, fa diesis, sol, sol diesis. Ho scoperto che i tasti si spingono

Dicembre 1996. Il mio primo live. Tanta faccia di culo. Il solista, io. Nessun cantante, come Santo e Johnny. Tutto a orecchio. Chissà quanti errori, quel giorno.

Forse Luglio 2001. Poggiorsini. Non c’erano ancora i cellulari, e poggiorsini era un posto del cazzo. Un bimbo mi chiese un autografo.

Novembre 2003. Milano. Una chitarra silent, comprata da Prina. In ospedale, a mia madre. Le suono in cuffia Giochi Proibiti. Lei si commuove.

Giugno 2013. Una Ruby Tuesday stonata in macchina si trasformò in una notte memorabile.

Luglio 2013. 500 sardi in standing ovation.

Settembre 2013. Imparare a suonare Dancing Queen per riuscire a frequentare la mia futura moglie senza dare troppo nell’occhio.

Un momento del 2015 qualsiasi: la chitarra, le sue vibrazioni, a fare da tramite tra me e l’essere che mi cambierà la vita per sempre, attraverso il pancione.

Inizio 2019. Bari – Nord della Spagna – Bari in 26 ore NETTE, con un live davanti a 1000 persone, e 4 voli.

2019, qualche giorno fa: lo sguardo innamorato della donna più innamorata al mondo di me, mentre strimpello… qualsiasi cosa (le piace Soldi di Mahmood, la balla).

Non voglio dire la solita cazzata “regalate ai vostri figli uno strumento musicale”. Sarebbe na minchiata, la musica non è per tutti. O ce l’hai, o non ce l’hai. Come l’arte, in genere.

Regalate ai vostri figli una passione, trasmettetela.

E se non l’avete, preoccupatevi, perchè siete dei buchi neri, senza neanche la forza di attrazione.

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