Com certeza. O come si scrive, non ricordo, il mio portoghese è simile a quello di un bambino di 6 mesi.

Questa canzone ha sempre messo di buon umore estremo sia me, che Gino, mio zio.

Sorrideva sempre, anche quando tutto gli andava male. E, tratto non trascurabile, era l’unico parente con cui andava d’accordo mio padre. Ma torniamo alla casa.

Guardo questa casa in via Toma. Mia sorella va via, prende altri lidi. Si porta via un alone grigio.

E inizio a guardare le mura vuote. Inizio a pensare cosa mettere e dove.

Ma sono vuote in maniera bella. Sono vuote perchè aspettano di essere sporcate dai miei deliri grafici, dalle mille foto di Marika, dai pastrocchi del nostro futuro bimbo.

Questa canzone dice poche cose. Odore di rosmarino, una statua di un santo in un angolo, povere cose, due pareti imbiancate. E soprattutto, due braccia che mi aspettano, la promessa di tanti baci.

Stella mia, io non posso darti tanto. Purtroppo non ho i soldi che avevano i genitori del tuo ex, tantomeno le bancarelle di merda dell’altro tuo ex :D. I soldi sono sempre pochi, e la paura del domani c’è sempre, ovvio.

Ma ho tanta forza, e voglia di lavorare. E ho tanti sorrisi da regalarti. Quelli sono gratis.

Uma casa portuguesa ci aspetta. La imbiancherò, e la riempirò di musica e di giocattoli.

Sarà bella, sarà bilingue (ettore dovrà conoscere l’inglese come l’italiano), sarà piena di zii e zie acquisite, ci sarà un cane.

In via toma. Lisboa.

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