Vu non sit dat fastidj a nisciun.
Questa è la storia di come qualche volta l’amore sorpassa tutto.
6 anni fa era un lunedì qualsiasi.
A Luglio il pancione era grosso, grossissimo. E faceva caldo 6 anni fa.
Dico a Marika “mari, facciamo la promessa, che tanto dura 3 mesi”. Tutte le cose importanti le abbiamo decise così, con la stessa tranquillità con cui dici al tuo amico di sempre “ehi fermiamoci al bar e prendiamo un caffè”.
“Mari ci sposiamo” “Si ok”. Stop.
Sono un cultore della tv trash. Quindi ho visto centinaia di puntate del boss delle cerimonie. Feste, aperitivi, instagrammate, post con sotto scritto “promessi sposi”.
Niente di tutto ciò. Un giorno di Luglio, si avvicina la nascita, e andiamo a fare il cosiddetto prericonoscimento (io, single qualsiasi, accetto che il bimbo in grembo di questa single qualsiasi sarà da me riconosciuto). Si fa in caso di problemi.
E visto che ci sono, e che parlo sempre troppo, chiedo all’impiegata del comune di Carbonara, in un ufficio che sembrava quello di Mi Manda Picone, come funzionasse per la promessa di matrimonio.
“Compilate questo modulo, poi 16 euro di bollo, e poi venite e lo facciamo quando volete”.
“ma dobbiamo prenotare?”
“No non serve, si può fare senza prenotazione”
“Allora lo facciamo ora”
In realtà ho deciso io, ma la momentaneamente obesa mi segue. Andiamo a 20 metri al tabaccaio, torniamo dentro. Un’altra promessa. Quoziente intellettivo totale della coppia prima di noi, 14. Ma si sa, siamo a Carbonara.
Arriva il turno nostro. Lei legge tutto. Io faccio un video alle facce mia e della chiattona temporanea. Lei ci dice “come siete carini”.
Grazie, lo so.
Mettiamo una data ipotetica di matrimonio, tanto poi abbiamo 3 mesi per farlo.
10 settembre, 16.30. Segnatevi questa data.
Passa un mese, forse un mese e mezzo.
Dopo averlo quasi perso per anossia, arriva Ettore. Rosso rosso, e intontito dall’anestesia. Ma è con me. Ettore Andrea Antonacci. Ha preso il nome da Andreina, la nostra amica, e da mio nonno nonchè da suo zio.
Gioia sparsa per un paio di mesi.
Poi mi rendo conto che così facendo perdo gli assegni familiari.
E visto che il sentimento è sentimento, ma i soldi so soldi, e io devo dare da mangiare a questo pulcino e alla oramai ex mongolfiera, decidiamo una data.
22 ottobre, il giorno in cui io e la tondeggiante ci siamo legati per non staccarci mai più.
Niente, la Michelin aveva deciso di mettere una importante riunione quel giorno. E visto che il sentimento è sentimento, ma le riunioni importanti sono riunioni importanti, spostiamo.
Quando? 26. Lunedì, ottobre. Giorno qualsiasi, come oggi.
E qui inizia la storia di un giorno normale, normalissimo. Ma questo ve lo scrivo domani.